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  • Immagine del redattorePier

La creatività necessita coraggio

La comunicazione si sa è cosa complessa, spesso mi sono trovato a pensare cosa funzionasse meglio.


Cosa risultasse più congeniale dire o non dire, se fosse più efficace utilizzare un linguaggio edulcorato, educato, accondiscendente, ammiccante, politicamente corretto, in grado di assecondare le aspettative dei più…


Oppure meglio uscire dal coro e dire la verità, o quella che ritengo tale.


Al costo di risultare spocchioso, arrogante, presuntuoso, come dice un grande fotografo che di comunicazione se ne intende: se cerchi il consenso otterrai solo un prodotto/risultato mediocre, e Dio ce ne scampi, di mediocrità ne siamo invasi, circondati, tutti alla ricerca del consenso, a dire le stesse “rassicuranti cose”, allo scopo di risolvere un’insicurezza che sin da piccoli ci trasciniamo.


L’educazione scolastica, la società, e a volte, ahimè la famiglia, questo ci suggeriscono, ad omologarci senza coraggio, a risultare tutti uguali, a sostenere la ragionevole verità che stare nel mezzo, senza esporci, senza correre rischi, rimanere nell'ombra senza apparire, senza dire la nostra, cercando consenso e approvazione, ci mette al riparo dal giudizio.


Che non sia mai che poi la maestra ci dà un brutto voto…


Inseguire i propri sogni, le proprie passioni, sembra rappresentare un prezzo troppo alto da pagare, spesso le contingenze economiche ci castrano, e ci incastrano in caselle prestabilite, sarà forse per questo che gli artisti, mediamente, hanno vissuto di stenti, fedeli solo alla loro arte, incuranti del mutuo da pagare o delle bollette di fine mese e altre “insignificanti” amenità del genere…


Diventando “grande”, ho maturato una consapevolezza che non mi abbandona, anzi di anno in anno si fa sempre più chiara, è che il rischio più grande è quello di non correre rischi.


E quindi fanculo le certezze, fanculo l’omologazione, la creatività necessita coraggio, fra tutte le incertezze che mi pervadono, questa è una delle poche consapevolezze che mi rimangono.


Avete presente quando da bambini timidamente provavamo a mostrare la nostra fragile parte creativa e qualcuno ci rimetteva “al nostro posto” dicendoci: “non fare il cretino, stai composto, fai il bravo bambino”.


Ci ho messo una cinquantina di anni per capire che la creatività è l’unica vera ragione per dare un senso alla nostra, o perlomeno mia, esistenza.


Ogni essere pensante è equipaggiato di creatività, spesso manca solo la consapevolezza, il coraggio, la spinta e l’aiuto nel riconoscerne l'importanza, nel capire che se trascuriamo questo fondamentale aspetto, siamo destinati ad un'esistenza frustrante.


E allora concedimi l'ultimo pistolotto finale che recita così: ed eccoci qui come trapezisti, a dondolarci pericolosamente nel vuoto, sperimentando nuove e audaci evoluzioni comunicative, a immaginare per voi nuovi scenari, a guardare il mondo conosciuto da altre funambolesche traiettorie; alla costante ricerca di stimoli creativi che possano dare senso e valore alla nostra missione: progettare e creare ambienti e oggetti di qualità, per fare spazio al tuo stare bene.



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